⇐GLI SQUERI E I REMÈRI DI VENEZIA
Risale al 15 settembre 1307 l’approvazione di uno statuto per gli artigiani di remi e fórcole, i remèri, da parte dei Giustizieri vecchi, magistratura della Serenissima preposta al controllo delle corporazioni di mestiere. I remèri, come soggetto giuridicamente riconosciuto, durarono fino al 1807, quando Napoleone li soppresse assieme a tutti i “corpi d’arte” e indemaniò i loro beni.
La forcola
Si tratta di un tipo di scalmiera in legno, utilizzata nella voga veneta. Agisce come forza resistiva e di leva nel sistema remo-acqua-forcola-vogatore. Una sperimentazione secolare ne ha reso le forme molto elaborate. Ogni curva, spigolo, inclinazione hanno una precisa funzione nell’economia della vogata. Il remo riesce a essere manovrato spostando il punto di appoggio di quest’ultimo sulla forcola: si contano ben otto posizioni di voga possibili. Per realizzare una forcola si usano precise sagome e profili che variano in funzione della tipologia dell’imbarcazione e alla posizione di voga a cui è destinata.
Il legno
Le essenze lignee impiegate per realizzare una forcola devono dimostrarsi resistenti e opportunamente elastiche. Il noce, dopo una stagionatura di qualche mese, consuma poco il remo e tende a conservarsi nel tempo. Il pero, stagionato almeno un anno, ha una buona lavorabilità. Il ciliegio ha discrete caratteristiche meccaniche ma è meno pregiato. Le forcole dovrebbero essere ricavate da un unico pezzo ma sortisce ottimi risultati anche l’incollaggio di tavole con adeguata venatura.
I remi
Il remo, realizzato in legno di ramino, presenta caratteristiche di leggerezza e rigidità che permettano di dare la spinta più efficiente possibile all’imbarcazione. Le sue dimensioni variano a seconda della destinazione d’uso. Sottoposto a grande e continua usura, deve essere costantemente accomodato.