IMBARCAZIONI

⇐METODI

Punto di forza della marineria peschereccia di Chioggia nei secoli furono sicuramente le imbarcazioni usate e talvolta ideate proprio nella cittadina lagunare. Tra le varie tipologie di natanti è possibile dividere le imbarcazioni in due gruppi:
– le barche con chiglia,
– le barche a fondo piatto.
Furono proprio le seconde a prendere il sopravvento nel corso del Novecento e a determinare il successo della marineria da pesca di Chioggia.

LE IMBARCAZIONI CON CHIGLIA

Tra le principali barche munite di chiglia ed utilizzate per la pesca è doveroso ricordare il trabaccolo ed il pielego.
Il trabaccolo presentava caratteristiche comuni nella struttura dello scafo: prua e poppa rigonfie, un pescaggio limitato ed un rapporto tra lunghezza e larghezza classico, pari a 1:3. La sua lunghezza media variava tra i 12 e 15 metri, con una stazza che arrivava fino ad un massimo di 150 tonnellate. Caratteristica principale era la sua estrema robustezza e la elevata capacità di carico.
Possedeva un lungo timone che dalla poppa scendeva di molto sotto la chiglia ed era regolabile in profondità secondo le necessità dei fondali. Era composta da due alberi posti alle estremità del voluminoso boccaporto centrale.
Il pielego era l’antica barca utilizzata dalla marineria di Chioggia: di forme molto simili al trabaccolo, si distingueva da questo per la presenza a poppa di un piccolo ponte e le sue forme più affusolate.

LE IMBARCAZIONI A FONDO PIATTO

Le imbarcazioni più usate dalla marineria veneta ed in particolare chioggiotta sono senza dubbio quelle a fondo piatto. L’assenza della chiglia infatti costituiva un enorme vantaggio per i pescatori che dovevano approdare nelle coste basse e sabbiose dell’Adriatico occidentale.
Le principali barche a fondo piatto caratteristiche dell’alto Adriatico erano la bragagna, la tartana, la batela, il sandolo, la sampierota ed il bragozzo.
La bragagna era una barca di tipo vallivo di remota origine chioggiotta. Era considerata la regina della pesca in laguna per il suo aspetto imponente: la forma si presentava molto allungata con un rapporto di larghezza e lunghezza pari a 1:6; la lunghezza massima era di circa 13 metri. Era munita di tre alberi con vele al terzo, munita di un mulinello nel centro che le consentiva di pescare anche in assenza di vento.
La tartana era la diretta progenitrice del bragozzo, caratterizzata dal fondo piatto adatto ai bassi fondali della laguna, dall’aspetto massiccio e robusto. Lo scafo raggiungeva lunghezze comprese tra i 16 e i 20 metri con un rapporto larghezza lunghezza di 3:5. La poppa era tozza e asimmetrica ed era dotata di un pesante timone. Armata di due alberi con vele al terzo,
Il topo era un’imbarcazione usata originariamente come barca di servizio per la più grande tartana, poi nel tempo assume identità propria come barca da pesca in laguna o da diporto. Le sue misure erano comprese entro i 10 metri; con forme slanciate, estremità curvate e i fianchi che nella parte centrale dello scafo si presentavano quasi perpendicolari al fondo. Era munita di un solo albero, armato con una vela al terzo e munita di un grosso timone.

BRAGOZZO⇒