La pesca nella laguna veneta

220px-02_localizzazioneLa Laguna di Venezia è un ambiente di transizione tra terra ed acqua in stato di perenne instabilità, che comunica con il mare attraverso varchi o bocche di porto; è caratterizzata da un ecosistema delicato e fortemente antropizzato. Si tratta della più vasta laguna italiana con una superficie di 550 km2, di cui 418 aperti alle escursioni di marea dell’Alto Adriatico. Nella conterminazione lagunare sono compresi fondali, velme e barene, isole, valli da pesca, casse di colmata e litorali.
La laguna, partendo dalla sua parte settentrionale, si distingue in superiore, media e inferiore.
I confini mutano in continuazione, con le maree che scoprono intere parti della laguna, creando isole effimere che durano fino a che la corrente muta. Alcune tra queste isole furono colonizzate dai primi abitanti e via via ingrandite e consolidate sempre seguendo il corso naturale dei canali che conducevano al mare, con la necessità quindi di possedere una barca.
E’ così che dall’epoca dei primi insediamenti sui litorali dell’Adriatico sino all’inizio del nostro secolo, una delle più importanti attività delle popolazioni rivierasche era la pesca, con tutte le connessioni di carattere artigianale e commerciale da essa derivate.
porto chioggiaIn particolare, la marineria peschereccia di Chioggia – oggi la seconda d’Italia dopo Mazara del Vallo – esercita la pesca d’alto mare alternandosi secondo le stagioni tra le coste dell’Adriatico occidentale ed orientale. In passato, nelle stagioni di primavera ed estate il pescatore di mare chioggiotto esercitava la propria attività nelle acque nazionali, durante l’autunno e l’inverno migrava in una o due campagne di pesca verso le coste dell’Istria e della Dalmazia. Per necessità contingenti compiva annualmente tali spostamenti indispensabili per garantirsi un’attività lavorativa durante tutto l’arco dell’anno. Nel corso dei secoli del dominio della Serenissima tali trasferimenti erano dei semplici movimenti all’interno dello stesso stato, essendo anche le coste dell’Adriatico orientale dominio veneziano. Con il passare del tempo i pescatori di Chioggia impararono a conoscere le opposte sponde dell’Adriatico, lì esercitavano la loro attività e rifornendo abitualmente anche i mercati dalmati ed istriani. Con l’annessione di Venezia al regno d’Italia l’attività peschereccia di Chioggia proseguì, ma i suoi pescatori si trovarono ad operare in due diverse nazioni sotto due distinte legislazioni.

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